La pizza margherita può portare a degli effetti sul nostro copro: ecco quali

Da tanti anni a questa parte si può levare tutto agli italiani, ma non la pizza. Peccato che, però delle volte, suppliscano i sensi di colpa e ci si domandi se consumare la pizza quasi sempre faccia male, se faccia aumentare di peso oppure se è meglio mangiarla a pranzo anziché la sera.

Gli specialisti del settore non si affaticano mai di replicare che consumare pizza non dovrebbe in nessuna maniera divenire una fonte di ansia e osservare poi una dieta sana non dovrebbe essere una ottima fonte di angoscia. Proprio per questo oggi andremo a vedere assieme a quali effetti può portare mangiare una pizza margherita.

La pizza margherita può portare a degli effetti sul nostro copro: ecco quali

È fondamentale non aborrire alcun alimento, stando ai nutrizionisti difatti mangiare la pizza non porta danni al nostro intestino, ma è fondamentale imparare ad identificare il piatto nel suo complesso. La pizza, specialmente, è un alimento intero, ma non precisamente bilanciato. I nutrizionisti, difatti, annunciano che la pizza dona tutti i macronutrienti che devono far parte di un pasto equilibrato: carboidrati dalla pasta a fondo di farina di frumento o altri cereali che procurano energia al nostro organismo, tra cui anche proteine date dalla mozzarella che dona anche calcio, considerevole per le ossa.

Abbiamo anche grassi come l’olio di oliva, che offre acidi grassi monoinsaturicome fibra che si trova nel pomodoro, ricco di vitamina C e antiossidanti, cioè licopene. Per di più, anche il basilico usato nella pizza è pregiato perché pieno di vitamina A e altri antiossidanti. Però, una pizza racchiude elevate quantità di grassi e carboidrati, a svantaggio delle proteine e della fibra.

Per arrivare poi un giusto apporto di questi ultimi sarebbe adeguato condirla con verdure e una successiva fonte proteica, per esempio tonno, ma diminuendo alimenti come carni o affettati grassi. I nutrizionisti dicono poi che bisognerebbe rendere la pizza più adeguata come pasto, diminuire l’apporto di grassi avvicendandola mozzarella con ricotta o parmigiano fuso, o al massimo riducendone le dosi.

La mozzarella difatti, se da un lato risulta essere una grande fonte proteica, dall’altro apporta una determinata quantità di grassi che oltrepassano in modo regolarele misure raccomandate, dato che viene quasi sempre utilizzata in misure eccessive. Infine’ un’ulteriore punto congiunta al consumo della pizza è la sua cottura.

La soluzione più buona, in tale caso, sarebbe regolare la cottura al fine di schivare la formazione di tali bruciature, per esempio rimuovendo la pizza ed evitando che parti di essa arrivino a contatto velocemente con zone del forno più calde che decidono, appunto, la composizione delle tradizionalibruciature.

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